London ON si trova a sud-ovest di Paris, che è a sud-est di Hanover. È anche a nord-est di Florence ed a sud-est di Exeter, non lontano da Waterloo e da Windsor. E poi York, Kingston, Richmond, ma anche Sparta e Delhi.
Se guardi a destra ti ritrovi a Woodstock. Se ti volti a sinistra ci sono le meno elettrizzanti Petrolia ed Oil Springs. C’è anche il forte sospetto che questi nomi peciosi siano saltati fuori dalle lettere infide di uno scarabeo malamente sabotato per riportarmi al mio appiccicoso destino.
Guardo la cartina e mi torna in mente un gioco in scatola ormai fuori moda, che forse si chiama Gira l’Europa. Non ne ho mai colto il principio, sicchè non ho mai vinto. Ricordo che era ben più complicato del mio amatissimo gioco dell’oca e che mi annoiava in fretta. Non che ne possedessi una scatola, le mie amichette lo avevano ed ogni tanto mi invitavano a giocare.
“Facciamo il gioco dei viaggi?”
“Sì, ma chi lo prende? Sta lassù”
“Lo prendo io” – “OK, prendilo tu”.
Effettivamente la scatola sta un po’ in alto, ma dovrei arrivarci: sono sempre stata la più grande della classe. Se mi alzo in punta di piedi ci arrivo. No, se salto ci arrivo. Se salto e casco? Se non salto non ci arrivo. Dai, salto. BUM. Ecco, lo sapevo, non dovevo saltare.
Io la scatola l’ho presa. Solo che non l’ho afferrata proprio bene, perciò l’ho anche lasciata andare e si è rovesciata per terra. Adesso le carte sono tutte mescolate e la busta con le sferette colorate, quelle con cui si indicano le mete raggiunte, è esplosa proiettando pezzi dappertutto. I più sono andati ad infilarsi sotto il mobile, i più gentili sono rimasti nei paraggi.
Tocca rimettere insieme tutto ora. Bisogna aprire il tabellone della scacchiera, quello con l’enorme carta del mondo disegnata sopra, ed infilzare di nuovo le puntine delle diverse città. Con un po’ di pazienza bisogna ricostruire un sistema di coordinate e collocarci qualche punto di riferimento. In fondo, sei stata tu a buttar per aria tutto quanto. In fondo, non capita tutti i giorni di poter ridisegnare la mappa del proprio mondo.
Domenica 11 Gennaio 2009, London ON: disegno la scacchiera del mio Nuovo Mondo, armata di una scatola di pastelli un po’ speciali. Verde come lo zelo paziente dell’esploratore, giallo come l’entusiasmo ingenuo e curioso del turista, blu come la fantasia girovaga e leggera. Marrone come la concretezza della terra, grigio come la malinconia della distanza, bianco come il silenzio della neve. E infine rosso, come la determinazione testarda, la curiosità caparbia, l’impazienza cocciuta. Come il colore della farfalla.
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